IL KARATE
Lo Stile Shotokan
Lo stile Shotokan è nato dall’incontro di varie arti marziali come metodo di difesa a mani nude. Fu codificato dal Maestro Gichin Funakoshi (1868-1957) e basa le proprie tecniche su agili spostamenti e attacchi penetranti.
Funakoshi intese e insegnò il Karate come “sistema di disciplina interiore” capace di condizionare tutti gli aspetti della vita del praticante, denominato Karate-Do (La via del Karate). Egli esportò il Karate dall’isola di Okinawa in tutto il Giappone.
In seguito, insieme al Maestro Masatoshi Nakayama, fondò la JKA (JAPAN KARATE ASSOCIATION): in breve tempo il Karate Shotokan si è divulgato in tutto il mondo.
Shoto significa “brezza nella pineta” (o più precisamente “onda di Pino”) ed era il nome con il quale il Maestro Funakoshi firmava le sue poesie ed i suoi scritti. Il termine Giapponese kan significa invece “sala”, ed è riferito al dojo.
In onore del loro Maestro, gli allievi di Funakoshi crearono un cartello con la scritta Shoto-kan che posero sopra l’ingresso del dojo in cui egli insegnava. In realtà il Maestro Funakoshi non diede mai un nome al proprio stile, definendolo semplicemente “karate”.
Le 3 parti dello Shotokan: Kihon, Kata e Kumite
1 - Kihon (i fondamentali)
Il termine kihon indica la necessità di porre solide fondamenta e profonde radici per poter costruire qualcosa di solido e duraturo. Nel karate, il kihon indica l’insieme delle tecniche fondamentali.
La tradizione giapponese insegna che, prima di progredire nell’apprendimento di una disciplina, bisogna conoscere alla perfezione le regole fondamentali di tale disciplina.
Anche nel karate, senza una profonda conoscenza degli esercizi di base, è difficile poter progredire ad alti livelli di pratica e conoscenza. Gli esercizi fondamentali del karate insegnano il corretto uso del corpo, sia esso in movimento o statico.
Attraverso l’incessante ripetizione si migliora la propria forza muscolare e la propria comprensione del corpo e delle dinamiche correlate all’attività motoria. Ogni colpo deve essere eseguito nella perfetta forma e ogni movimento è accuratamente studiato per raggiungere la perfezione tecnica. In questo modo l’allievo comprende l’uso corretto del proprio corpo e della propria energia.
2 - Kata
Il termine kata vuol dire “forma”. È un sistema di tecniche codificate, creato dai nostri antenati, con lo scopo di tramandare la grande conoscenza acquisita agli allievi e alle future generazioni, poiché all’interno dei vari Kata è possibile trovare tutte le tecniche di questa arte.
Nel 18° dei suoi venti principi guida del Karate, Gichin Funakoshi dichiara: “Esegui il kata in maniera esatta: Il combattimento reale è un’altra questione.” Come sottolinea saggiamente il Maestro, i kata sono costituiti da più di semplici tecniche offensive e difensive. Contengono elementi che offrono opportunità di apprendimento approfondito di educazione fisica, arte, storia e, in particolare, filosofia.
Eseguire i kata secondo l’ordine prestabilito dei movimenti, eseguendo in maniera seria ogni tecnica mentre si visualizza un avversario che attacca, pone una sfida al sé così come una battaglia con il sé. Dove non c’è battaglia con sé stessi non può esserci allenamento dello spirito. È qui che risiede il valore delle arti marziali.
Mentre l’esecuzione del kata richiede concentrazione mentale dall’inizio alla fine – e il mantenimento del ki (energia vitale) per tutto il tempo – è altrettanto importante mantenere un atteggiamento di apertura emotiva, libero da inibizioni, muovendosi il più naturalmente possibile con disinvoltura.
Anche la respirazione ha un ruolo cruciale. Movimento, consapevolezza e forza devono essere mantenuti attraverso la respirazione. È per questo motivo che, per ogni tre volte che si esegue un kata, quest’ultimo dovrebbe essere eseguito una volta in maniera rilassata, a passo lento. Una prestazione rilassata permette di apprendere il modo corretto di utilizzare la propria forza e di eliminare il dispendio di energia lì dove non sia necessaria.
Un kata completo dovrebbe trasmettere un senso di bellezza estetica e di forza travolgente.
3 - Kumite
Il kumite è una forma di combattimento con un avversario. Può essere considerato la dimostrazione pratica dei fondamentali appresi nel kata e nei kihon.
Anticamente l’allenamento del karate si basava quasi esclusivamente sui kata. In seguito, quando il karate divenne sempre più popolare tra i giovani, fu studiato e perfezionato il kumite fondamentale, che iniziò ad essere praticato verso la fine degli anni venti. Si sviluppò inoltre il jiyu kumite (combattimento libero). Oggi il kumite è praticato ovunque come mezzo di allenamento.
Esistono varie forme prestabilite di combattimento:
Kihon Kumite
È il primo approccio al contatto con un partner: comprende il Gohon Kumite, (combattimento a 5 passi) e Sanbon Kumite, (combattimento a tre passi). È un kumite di base che serve a sviluppare le tecniche fondamentali in funzione del livello di abilità dell’allievo.
Kihon Ippon Kumite
Il bersaglio viene dichiarato all’inizio, poi ciascuno attacca o si difende a turno. Lo scopo di questo tipo di allenamento è quello di assimilare il corretto uso delle tecniche offensive e difensive e di sviluppare il senso della distanza. Di fronte ad un attacco improvviso la parata deve essere precisa e potente. Man mano che cresce l’abilità, occorre imparare ad eseguire il contrattacco simultaneamente alla parata.
Jiyu Ippon Kumite
Gli scopi di questo kumite sono di acquisire il senso della distanza, sia parando che attaccando; sviluppare la tecnica degli spostamenti del corpo e del suo centro di gravità; eseguire tecniche conclusive.
Nel jiyu ippon kumite è possibile applicare le numerosissime varianti delle singole tecniche dei kata. Uno dei due partner, dopo aver dichiarato la sezione del corpo scelta come bersaglio, attacca, mentre l’altro para e contrattacca. Entrambi sono liberi di applicare tutte le tecniche che conoscono, tranne in fase di esami e gare, dove gli attacchi e le parate sono codificati.
Questa forma di allenamento assomiglia molto al combattimento reale. Nessuno dei due deve pensare di avere una seconda possibilità: il primo attacco o la prima parata devono essere le tecniche decisive.
Questo rappresenta in ultima analisi lo scopo finale di tutto l’allenamento del karate e lo stadio preliminare al jiyu kumite.
Jiyu Kumite
Il Jiyu Kumite è lo stadio più evoluto nel combattimento del karate. Il praticante è capace di muoversi con più agilità, fluidità, velocità e potenza: egli potrà scegliere le tecniche che preferisce o che più si addicono alla propria struttura fisica. È ammessa l’applicazione di tutte le tecniche acquisite durante la pratica del karate e lascia piena libertà nella ideazione e messa in pratica delle tattiche e delle strategie dell’Arte.
Elemento fondamentale rimane l’autocontrollo, cioè la capacità di portare la tecnica con potenza e precisione a pochi millimetri dal bersaglio, senza però creare danno all’avversario. Occorre sviluppare la valutazione della distanza con la scelta di tempo e ritmo di esecuzione; occorre inoltre sviluppare la percezione dei movimenti e la percezione degli attacchi dell’avversario.
L’esperienza acquisita ci consente di individuare dei varchi o momenti di vuoto dell’avversario, e la corretta valutazione della distanza e del tempo di esecuzione.
Durante la fase del kumite non deve mai esserci l’intenzione di ferire un avversario: lo scopo deve contribuire a dare all’allievo la possibilità di perfezionare le proprie tecniche di difesa in situazioni reali estremamente vicine ad un combattimento vero, senza mai nuocere alle persone. Quindi la pratica del jiyu kumite sviluppa confidenza, autodisciplina, velocità, riflessi, controllo della respirazione ed esperienza al combattimento.
I 20 Precetti di Funakoshi
1 – Karate-do wa rei ni hajimari rei ni owaru koto wo wasuru na
Non dimenticare che il karate-do comincia e finisce con il saluto.
2 – Karate ni sente nashi
Nel karate non esiste iniziativa.
3 – Karate wa gi no tasuke
Il karate è dalla parte della giustizia.
4 – Mazu onore wo shire, shikashite ta wo shire
Conosci prima te stesso, poi gli altri.
5 – Gijutsu yori shinjutsu
Lo spirito viene prima della tecnica.
6 – Kokoro wa hanatan koto wo yosu
Libera la mente. Solo così capirai ciò che conta.
7 – Wazawai wa kaitai ni shozu
La disattenzione è causa di disgrazia.
8 – Dojo nomi no karate to omou na
Il karate non si vive solo nel dojo.
9 – Karate no shugyo wa issho de aru
Il karate si pratica tutta la vita.
10 – Arayuru mono wo karateka seyo; soko ni myomi ari
Applica il karate a tutte le cose; lì è la sua bellezza.
11 – Karate wa yu no gotoshi. Taezu netsu wo atae zareba moto no mizu ni kaeru
Il karate è come l’acqua calda. Occorre riscaldarla costantemente altrimenti si raffredda.
12 – Katsu kangae wo motsu na, makenu kangae wa hitsuyo
Non pensare a vincere, pensa piuttosto a non perdere.
13 – Teki ni yotte tenka seyo
Cambia in base al tuo avversario.
14 – Tatakai wa kyojitsu no soju ikan ni ari
Nel combattimento devi saper distinguere il vero dal falso.
15 – Hito no te ashi wo ken to omoe
Considera mani e piedi di un uomo come spade.
16 – Danshi mon wo izureba hyakuman no teki ari
Oltre la porta di casa, puoi trovarti di fronte anche un milione di nemici.
17 – Kamae wa shoshinsha ni, ato wa shizentai
Realizza i tuoi obiettivi senza mai dimenticare lo spirito iniziale.
18 – Kata wa tadashiku, jissen wa betsu mono
I kata vanno eseguiti correttamente; il combattimento è altra cosa.
19 – Chikara no kyojaku, tai no shinshuku, waza no kankyu wo wasuru na
Non dimenticare dove occorre usare o non usare la forza, rilassare o contrarre i muscoli, applicare la lentezza o la velocità in ogni tecnica.
20 – Tsune ni shinen kufu seyo
Sii sempre creativo.